Alcuni reperti rinvenuti nelle
zone intorno a Torgiano ed a Brufa sembrano avvalorare
l'ipotesi della presenza in quest'area di piccoli
insediamenti etruschi, forse postazioni di confine verso le
terre occupate dagli Umbri e delimitate dal corso del
Tevere.
La storia etrusca nel territorio è confermata anche dalla
vicinanza con Bettona, l'antica Vettona, dove tratti di mura
urbiche e la presenza di un sito archeologico tuttora allo
studio testimoniano l'esistenza di alcuni
centri etruschi di notevole rilievo anche sulla riva
sinistra del fiume, nel territorio di norma occupato dagli
Umbri.
Felice Ciatti, teologo, archeologo e storico perugino del
XVI secolo, nella sua opera "Delle Memorie Annali et
Istoriche delle cose di Perugia…", riferendo della mitica
origine di numerose città etrusche attribuita per lo più al
divino progenitore Tirreno, scrive: "[…] distinguendo tre
Turrenie, la prima ch'egli vuole fosse Viterbo, la seconda
Perugia, e la terza Torsciano […]".
Sebbene questa etimologia sia assai dubbia, tuttavia è
fondato pensare che proprio alla presenza etrusca si debba
invece l'avvio del processo di bonifica delle paludi residue
del "Lago Tiberino" con l'incisione della soglia di Torgiano,
realizzata allo scopo di favorire il deflusso delle acque
stagnanti nel Tevere.
La sottrazione del terreno alle acque ed il suo impiego per
uso agricolo è tuttavia un processo lento che anche in età
romana continua a rendere necessaria la costruzione di
canali per il drenaggio a difesa delle produzioni agricole
minacciate dagli straripamenti fluviali. Della presenza
romana nel territorio sono prova i numerosi reperti che
frequentemente vengono riportati alla luce durante i lavori
nei campi e l'impiego di materiali di risulta nelle
costruzioni delle età posteriori. E' probabile anzi che in
quest'area, nei pressi della località ancora oggi detta
Madonna del Ponte situata nell'area circostante Torgiano, si
trovasse nel I secolo dC. la Villa di Pompeia Celerina,
suocera di Plinio il Giovane. Ancora Felice Ciatti ci
informa a tale proposito di "memorabili rouine, & notabili
vestigi di antichità" da lui stesso scoperte e
minuziosamente descritte,che ipotizza possano essere i resti
delle terme della villa. Benché le supposizioni del Ciatti
non abbiano fino ad oggi trovato con ferme, presso il Museo
del Vino sono invece visibili alcune testimonianze certe
d'età romana ritrovate fortuitamente in prossimità della
confluenza tra Tevere e Chiascio, in località Crocifisso:
nella sala X, sono esposti infatti una stele sepolcrale
datata al I secolo d.C., una piccola scultura bronzea e un
capitello di colonna tuscanica oltre a nume rosi resti di
anfore affiorate in prossimità di Miralduolo. Latine inoltre
sono due tra le numerose etimologie del toponimo "Torgiano":
una deriverebbe da "turris amnes", cioè torre dei fiumi, e
la seconda, certa mente la più attendibile, dal nome di
Tursius, membro di una importante famiglia senatoriale che
nel IV secolo d. C. dominò la zona. "Torre di Giano" è da
ritenersi invece una facile anche se suggestiva
interpretazione popolare, mentre un'ulteriore ipotesi è
stata formulata intorno a Tursa, una divinità umbra
battagliera e minacciosa, posta a tutela dei confini
territoriali e dalla quale alcuni pensano derivi il nome di
Torgiano.