L'origine di Panicale è
antichissima; i primi insediamenti risalgono al II millennio
AC, mentre è documentata la presenza degli Etruschi nel VII
secolo AC. In epoca romana era sede di un accampamento
militare dove si rifugiarono alcuni romani scappati da
Perugia a causa della guerra fra Lucio Antonio (fratello di
Marco Antonio) e Ottaviano (Bellum perusinum).
Nel Medioevo la storia del castello di Panicale è
strettamente legata a quella di Perugia, sia economicamente
che militarmente. Infatti Panicale è sia un importante
centro per il rifornimento di cibo (pane e carne), sia un
avamposto di Perugia verso ovest. È il primo comune libero
d'Italia; nel 1037 ottiene l'indipendenza da Uguccione II
duca di Bourbon. Nel XIII secolo si sottomette alla Signoria
di Perugia, anche se ebbe una discreta autonomia. Fatto
molto importante è la prima compilazione di uno Statuto
(1316), redatto in latino dal notaio Pietro di Vannuccio
Vannucci, che sarà sviluppato e modificato nel 1356 e nel
1386. Nel 1484 lo Statuto sarà tradotto in volgare per
facilitarne la comprensione ai cittadini. Dal 1416 al 1424
il capitano di ventura Braccio da Montone è signore di
Perugia e di conseguenza governa anche Panicale, per la
quale inizierà così una lunga serie di Signorie che la
assoggetteranno per molti anni. Durante il Rinascimento
Panicale vive un periodo di sviluppo economico, espansione
territoriale e di generale benessere, che consente la
realizzazione di diverse opere d'arte da parte di artisti
celebri come Il Perugino.
Nel 1540 Perugia viene conquistata dallo Stato pontificio
che manterrà il controllo sulla zona (quindi Panicale
compresa) fino all'Unità d'Italia, eccezion fatta per gli
anni dell'occupazione napoleonica. Vengono così introdotte
nuove leggi, norme e regolamenti che sostituiranno il
vecchio Statuto del 1316.
Il XVII secolo è per Panicale un secolo di lento declino.
L'11 e il 12 maggio 1798 l'esercito napoleonico entra in
Panicale e decreta la sospensione del potere papale.
Nel 1860 viene annessa al Regno d'Italia.