Tracce di insediamenti umani
nella valle risalgono al Neolitico, mentre è testimoniata
con certezza una presenza umana continuativa a partire dal
VIII secolo a.C. La fondazione della città risale
probabilmente al V secolo, per opera dei Sabini, che a
Norcia collocano l'avamposto più settentrionale del
territorio da essi controllato. Probabilmente il nome Norcia
deve essere posto in relazione con il nome etrusco Northia
della dea Fortuna romana.
La città è alleata di Roma nella guerra contro Cartagine e
diventa nel II secolo a.c. prima Prefettura e quindi
Municipio nella IV Regione Sabina. Nella guerra civile che
vede Ottaviano contrapposto ad Antonio Norcia si allea con
quest'ultimo e ne condivide la sorte all'indomani della
sconfitta patita ad opera del futuro primo imperatore. Nel
250, la città ospita il vescovo folignate San Feliciano che
la converte al Cristianesimo e diventa sede di una
importante diocesi già a partire dal IV secolo.
Con la decadenza dell'Impero Romano d'Occidente e le
invasioni che ne conseguono ad opera delle popolazioni
barbariche, Norcia viene a più riprese saccheggiata e
devastata prima dai Goti e quindi dai Longobardi che la
sottomettono e la assoggettano poi al Ducato Longobardo di
Spoleto. Proprio in questo periodo, alla fine del V secolo,
Norcia vede la nascita del suo cittadino più illustre, San
Benedetto fondatore del monachesimo occidentale.
Nonostante la sua collocazione in una regione montuosa e non
facilmente accessibile la cittadina umbra subisce ripetuti
attacchi da parte di pirati Saraceni all'inizio del IX
secolo.
Durante l'alto medioevo Norcia attraversa un periodo di
profonda depressione e decadenza economica che la vedono
quasi soccombere sotto il peso di un elevatissimo tasso di
emigrazione e di un alto indice di mortalità. L'agricoltura
autarchica di sopravvivenza caratteristica di questo periodo
storico determina lo sviluppo dell'allevamento del maiale la
cui carne, lavorata e rivenduta ai centri urbani vicini,
diviene un importante mezzo di sostentamento e di scambio
per i contadini della zona, altrimenti privi di altre
risorse fondamentali.
Nel corso di tutto il Medioevo Norcia è città guelfa
subordinata al dominio papale ma riesce comunque a
costituirsi in libero comune all'inizio del XII secolo e a
vivere un periodo di relativa floridezza economica.
Particolarmente interessante e meritevole di citazione è il
connubio che si instaura in questo periodo tra la città e la
abbazia benedettina di Sant'Eutizio, collocata nel
territorio della odierna Preci. Connubio che tra l'altro da
luogo alla nascita della cosiddetta Schola Chirurgica nella
quale le conoscenze anatomiche dei monaci si fondono con le
conoscenze empiriche e le pratiche chirurgiche che gli
allevatori nursini sono in grado di svolgere con successo
sui suini. La scuola chirurgica nursina viene riconosciuta
ufficialmente dalla Chiesa che autorizza un esiguo gruppo di
persone, provenienti da alcune famiglie locali, a eseguire
interventi chirurgici fino ad ora esclusivamente praticati
da religiosi.
Tra il 1200 e il 1300 Norcia è impegnata in continui
conflitti con le vicine città di Amatrice e Arquata del
Tronto, alleate di Ascoli, che nel 1255 portano Norcia a
stipulare il trattato di cessione dei territori di Arquata
del Tronto, Accumuli, Tufo, Rocchetta e Capodacqua ad
Ascoli.
All'inizio del 1300, Norcia consolida la sua influenza
economica e il suo prestigio politico che la vedono, insieme
con Visso, ricoprire il ruolo di principale centro urbano
nella regione montuosa che la circonda. Vengono costruite
delle mura di difesa ma la vicinanza della potente Spoleto
la costringe ad una conflittualità costante che alla fine
mina irreparabilmente le prospettive di sviluppo e di potere
politico.
Nel 1354 è definitivamente assoggettata alla Chiesa, ma già
nel 1324 a causa di un catastrofico terremoto che distrugge
la maggior parte degli edifici pubblici e privati provocando
numerose vittime, Norcia subisce un colpo di grazia
definitivo alle sue ambizioni territoriali.
Nel tardo Rinascimento, i pontefici assegnano a Norcia la
sede di una Prefettura Pontificia con giurisdizione su gran
parte dei territori montuosi circostanti, posti da una parte
e dall´altra del versante appenninico, consolidano a scopo
difensivo la cinta muraria che a tutt'oggi cinge, pressoché
intatta, l'antico centro abitato e erigono, su disegno del
Vignola, la fortezza detta della Castellina che con il suo
stile sobrio ma elegante, domina la piazza centrale della
città dedicata a San Benedetto.
Nel XVII secolo Norcia, fortemente vincolata a Roma da una
forte dipendenza politica ed amministrativa, vive un
interessante periodo di vivacità artistica e culturale, come
riflesso allo splendore barocco che le corti papali
inaugurarono sulle rive del Tevere in quel periodo. Si
intensificano infatti gli scambi culturali con altre città
della penisola e alcuni artisti di fama giungono a Norcia
per dipingervi alcune opere. Sorge una accademia letteraria,
vengono aperte delle scuole e fondato un teatro e la città
si popola di chiese, conventi e monasteri.
Nel corso del XVIII secolo la città è nuovamente sconvolta
da una serie di terremoti catastrofici che ne sconvolgono
l'assetto urbanistico. La ricostruzione che si rende
necessaria cancella in gran parte la personalità medioevale
della cittadina umbra e imposta la struttura tipicamente
ottocentesca che è oggi visibile in gran parte del centro
storico.
Norcia, fortemente e tradizionalmente filo-papale, respinge
dapprima in armi un tentativo di instaurare nella zona un
governo filo-francese nel 1798 ma viene successivamente
inclusa nella Repubblica che sotto il dominio napoleonico,
controlla Italia centrale sino alla Restaurazione, che
ristabilisce il potere pontificio sulla regione.
Il 1859 è teatro di un nuovo devastante terremoto che,
secondo quanto riportato dal sito ufficiale del comune di
Norcia, distrugge 600 edifici sui 676 esistenti.
L'amministrazione pontificia impone da quel momento delle
rigide norme che proibiscono di elevare nella città edifici
oltre i tre piani di altezza e prescrivono l'impiego di
particolari materiali da costruzione.
Nel 1860, all'indomani dei plebisciti di annessione, Norcia
si unisce al nuovo Regno d'Italia ma con l'avvento del XX
secolo la città vive uno dei momenti economici più
difficili. L'agricoltura tradizionale non riesce a sostenere
la concorrenza delle agriculture intensive già
pre-industriali e le campagne vivono nuovamente un periodo
di forte emigrazione in diverse direzioni: verso gli Stati
Uniti dove, tra Pennsylvania e Ohio, si stabiliscono colonie
numerose di Nursini e soprattutto verso Roma dove gli
esperti artigiani nell'arte della lavorazione del maiale
impiantano e gestiscono numerose attività commerciali nel
settore (Norcinerie).
Il fenomeno migratorio prosegue per gran parte del secolo e
porta ad un progressivo spopolamento delle campagne e delle
piccole frazioni che circondano la cittadina.
L'ennesimo terremoto (1979), che provoca il crollo di alcune
cavità sotto l'area cittadina facendo sprofondare numerose
case sotto il loro peso, sconvolge ulteriormente il
territorio e causa seri danni a tutto il patrimonio
artistico e alla gran parte degli edifici privati, ma il
piano di risanamento e di ricostruzione che prende il via
negli anni successivi e si protrae per tutti gli anni 80,
seppur tra polemiche politiche violentissime e denunce alla
magistratura per casi di corruzione e clientelismo, porta ad
una rinascita economica della zona, con l'avvio di una
piccola attività industriale, l'abbandono della attività
agricola di sussistenza e soprattutto con la promozione
turistica alberghiera che diventa preponderante nel bilancio
economico della cittadina.
La Norcia contemporanea è una città a forte vocazione
turistica per la quale l'emorragia demografica sembra
essersi arrestata. Il territorio assiste ad una crescita
della popolazione ed ad un rinascere anche delle piccole
frazioni, un tempo quasi abbandonate. Come il resto della
regione Norcia è caratterizzata da una certa immigrazione,
dovuta soprattutto a manodopera straniera richiamata dalla
possibilità di lavoro stagionale offerto dalla industria
alimentare e da quella turistica.
Le attività tradizionali, legate alla lavorazione della
carne di maiale e della raccolta del tartufo nero, unite
alla bellezza paesaggistica del comprensorio montano, ne
fanno una meta discretamente ambita da parte di clientela
anche internazionale che, soprattutto in estate, affolla i
numerosi alberghi e centri di ospitalità