Gubbio è un'antica
città dell'Umbria, posizionata alla base del monte Ingino e
attraversata dal torrente Camignano. Le prime forme di insediamento
nel territorio eugubino sembrano da collocarsi già nella preistoria
(resti di un villaggio preistorico sul monte Calvo).
Con certezza si sa che Gubbio fu fondata dagli Umbri e Ikuvium o
Iguvium era considerato un centro di importanza sacrale e nello
stesso tempo commerciale essendo a cavallo tra i crocevia da e per
il Tirreno e l'Adriatico. Sicuramente entrò in contatto con la
vicina civiltà etrusca; testimonianze di quel periodo sono le
importanti Tavole eugubine, scoperte nel 1444 e acquistate dal
Comune nel 1456. Queste costituiscono un'importante chiave di
lettura della civiltà, della lingua umbra e dell'assetto di questa
città-stato, quale era Gubbio, tra il 111 ed il I secolo a.C. Le
sette tavole in bronzo che le costituiscono, in parte redatte in
alfabeto umbro (derivazione di quello etrusco) ed in parte scritte
in latino (con influenze umbre), costituiscono un documento storico
di eccezionale valore.
Alleatasi con Roma nel 295 a.C., Gubbio ottenne nell'89 a.C.la
cittadinanza romana: fu eretta a Municipium ed ascritta alla Tribù
Clustumina. Fiorente città sotto il dominio romano, cominciò il suo
declino parallelamente allo sfacelo dell'Impero, invasa dagli Eruli
fu nel 552 distrutta dai Goti di Totila, ma subito ricostruita con
due potenti torri difensive dai Bizantini di Narsete, generale di
Giustiniano, non più in pianura, ma sulle pendici del monte Ingino.
Con lo sfaldamento dell'Impero Bizantino nel 772, Gubbio fu occupata
dai re longobardi Liutprando, Astolfo e Desiderio.
Ceduta alla Chiesa, con le donazioni di Pipino il Breve e Carlo
Magno la città, pur assoggettata ai vescovi, si costituì in libero
Comune di fazione ghibellina e, nell'XI secolo, iniziò una politica
espansionistica che in breve la portò ad avere più di cento castelli
sotto il suo dominio ma, nello stesso tempo, ad entrare in forte
conflitto con la potente città di Perugia, allarmata dal suo
espansionismo. Nel 1151 undici città confederate, capeggiate da
Perugia, attaccarono gli Eugubini con l'intento di spazzare via
dalla faccia della terra la loro città. Non solo questi ressero
all'urto, ma contrattaccando, ottennero una schiacciante vittoria
che ebbe del miracoloso; evento che il popolo attribuì ad Ubaldo
Baldassini (1080-1160), il suo santo vescovo che si era già reso
protagonista di altri interventi "miracolosi". Ma la potenza
militare e commerciale che Gubbio andava sempre più ostentando
contrastava fortemente con quella di Perugia e, data la vicinanza,
lo scontro fra le due potenti città entrò nella quotidianità, finché
nel 1257 i Perugini non si ripresero la rivincita togliendo parte
dei territori agli Eugubini (territori in seguito restituiti con il
trattato di pace del 1273). Tutto il XIII secolo vide Gubbio,
ghibellina, prosperare in pace e crescere sia dal punto di vista
urbanistico che economico. Nel 1263, i guelfi presero il potere che
detennero fino al 1350 quando, caduta sotto la signoria di Giovanni
Gabrielli, nel 1354 fu assediata ed espugnata dal cardinale Albornoz,
Legato Pontificio, che l'assoggettò alla Chiesa concedendo, però,
alla città gli antichi privilegi e statuti propri. La pace fu di
breve durata poiché il governo pontificio non mantenne le promesse
fatte dal cardinale Albornoz: gli Eugubini nel 1376 insorsero e
instaurarono un autogoverno. Pochi anni dopo, nel 1381, il vescovo
Gabriele Gabrielli, appoggiato dal Papa, si autoproclamò Signore di
Agobio (nome medioevale di Gubbio) provocando la ribellione degli
Eugubini che, ridotti alla fame, nel 1384 si levarono in armi contro
il vescovo. Impossibilitati a resistere al battagliero vescovo, che
non voleva perdere il dominio della città, gli Eugubini si
"consegnarono" spontaneamente ai Montefeltro, duchi di Urbino,
perdendo così il titolo di libero Comune, ma conquistando un lungo
periodo di tranquillità. I Montefeltro, signori amanti dell'arte,
restituirono a Gubbio i privilegi, gli ordinamenti civili e la città
tornò a fiorire cuilturalmente e artisticamente (in quel periodo fu
ricostruito il Palazzo Ducale di Gubbio). Nel 1508 subentrarono, nel
dominio della città, i Della Rovere, che lo tennero fino al 1624
quando, con la morte di Francesco Maria II Della Rovere, ultimo
erede della casata, tutti i beni passarono, come da volontà
testamentaria, allo Stato Pontificio.
Nel 1860 Gubbio fu annessa al Regno d'Italia e, nello stesso anno,
fu aggregata alla Provincia di Perugia. Nella seconda Guerra
mondiale la città pagò duramente la sua partecipazione alla lotta
contro i nazifascisti: il 22 giugno 1944, a seguito da un'operazione
effettuata da un gruppo di antifascisti, i tedeschi attuarono una
feroce rappresaglia, trucidando, a colpi di mitragliatrice, 40
cittadini innocenti, nei pressi della chiesa della Madonna del Prato
(dove oggi un mausoleo ricorda i 40 martiri). Inoltre, per circa
trenta giorni, fino al 25 luglio 1944, giorno della liberazione, la
città fu duramente bombardata dalle artiglierie tedesche che, dai
monti circostanti, battevano la vallata per contrastare l'avanzata
delle truppe di liberazione |